chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

venerdì 17 dicembre 2010

LE NON-LEZIONI di Fermina Daza


Pensavo di parlare del valore attribuito ai riti di iniziazione e di passaggio ma Pinocchio mi ha suggerito che forse era meglio occuparsi delle non-lezioni.
Guardiamolo bene il nostro Pinocchio. Con aria di sfida attende che dall'alto gli venga rivelata l’ennesima ed inutile gran verità. Il Grillo-parlante, la Fata, la Lucciolina, distanti dal suo mondo e alcune volte anche fuori tempo, seguendo un copione fisso, assimilano la ribellione a colpevolezza manifesta, puntano il dito contro l’infrazione vera o presunta, profetizzano la “giusta” punizione che si abbatterà sul reo.
Ci siamo: ecco celebrato il rito dell’educazione che cala dall’alto, il rito che prevede l’imposizione di regole fisse ed oscure, da accettare così come sono.
A Pinocchio “gabbamondo” non interessano queste verità e tanto per gradire - zac! – fa fuori il Grillo-parlante. Fuori uno, mors tua, vita mea… ma lui non credeva nemmeno di colpirlo…
Il burattino, già fin troppo umano, è uno che non si riconosce nella verità fatta di regole astratte, lui è uno tosto che trasforma in virtù l’esperienza fatta per “strada” e solo con quell’esperienza vuole conoscere.
Impossibile educarlo, allora, è perso per sempre.. il gabbamondo non accetta lezioni da nessuno. Eppure qualcuno riesce a metterlo nel sacco, basta non fare prediche. Con aria sorniona il Colombo divide le sue vecce col “terribile” e poi vola via senza farsi ringraziare. Il volatile è sceso silenziosamente a quota zero e altrettanto silenziosamente è ripartito. Una perfetta non-lezione che l'esperienza di strada è in grado di riconoscere. Bella mossa, Colombo! E’ una questione d’esempio.
Pinocchio si è autoeducato lontano dagli adulti e lontano dalla scuola. I riti di iniziazione li ha vissuti in completa solitudine o in compagnia di Lucignolo. Ma la sua è stata una scelta…

3 commenti:

Serena Peterlin ha detto...

Metafore pedagogiche d'Autore.
Scritte nel 1881, e ancora non digerite da troppi.

Fermina Daza ha detto...

@Mariaserena
Mentre scrivevo pensavo a quanto fosse stridente il contrasto fra la situazione di Pinocchio e quella dei nostri ragazzi. A me sembra che questi ultimi non abbiano scelto di autoeducarsi ma che siano stati costretti a farlo. Non c'è tempo di condividere riti, non c'è tempo per dare esempi tangibili. Non c'è educazione che cali dall'alto né educazione che venga dal basso. Né Grillo-parlante né Colombo. Soli con sé stessi.

Serena Peterlin ha detto...

Aggiungiamoci le omologazioni mediatiche...