chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

sabato 20 giugno 2009

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PEDOPORNOGRAFIA MALEDETTA

Diteci i nomi di questi
QUATTORDICI ARRESTATI
e dei

DUECENTOCINQUATATRE
indagati per pedofilia
e pedopornografia

in QUARANTA città italiane

su OTTOCENTO computer

E QUARANTAMILA
supporti informatici.

Diteci chi sono e
non diteci solo
queste cifre di inferno.
Non li toccheremo.
Nemmeno con un dito.


Vogliamo i nomi perché è un diritto
di informazione
che vale
soprattutto per reati infami
di violenza contro l’infanzia.

Diteci i loro nomi
li bruceremo con lettere di fuoco.
Diteci i nomi
di chi non ha prevenuto
e di chi copre questi orrori
con la condiscendenza
di una falsa ipocrita pietà.

Diteci i nomi degli investigatori
angeli custodi delle nostre creature massacrate.
Dio li benedica per sempre.

La trista/e sceneggiata mediatico-politica

Questo non è un gioco. Non è nemmeno una cosa seria né meritevole dell’attenzione di persone e cittadini che vivono una quotidianità fatta di interessi e cultura, lavoro, fatica, problemi e amore. Persone e cittadini che hanno in mente un progetto di vita in un mondo vivibile e migliorabile. Persone e cittadini comuni che si dedicano agli altri, crescono figli, si assistono mutuamente per un bene comune e si ricordano di amare il prossimo.
Sembriamo alieni o alienati? Ma probabilmente siamo ancora tanti: poco chiassosi e visibili e soprattutto poco o nulla interessanti per chi fa notizia e assolutamente indifferenti ai padroni del nostro mondo: i media, la finanza e i politici.
Per molti di più di quelli che si immagina la vita non è gioco né festa o festino, ma impegno e (quando si può) sorriso, lavoro e affetti, interessi e immaginazione, investimento sul futuro personale e dei propri figli, crescita e solidarietà nel rispetto delle leggi chi ci siamo dati e (quando si vuole) degli insegnamenti della fede religiosa. Ebbene per quelli come noi questo scenario mediatico-politico non è interessante anche se ne siamo frastornati. E non è nemmeno vero che perdiamo fiducia nella democrazia o nelle persone: vorremmo cortesemente che non ci mettessero in bocca quello che nemmeno pensiamo. Non perdiamo fiducia, non ci piacete voi, è diverso.
Semplicemente consideriamo che stia andando in scena un enorme carosello su un palcoscenico gravemente diseducativo e che rema contro di noi e i nostri talenti e qualità. Una sceneggiata che fragorosamente distrae dal progettare il futuro. Sono giochi diversi e lontani che si svolgono su scacchiere scintillanti e maleodoranti.
Questo non è un gioco, e soprattutto non è un modello a cui possiamo educare le giovani generazioni. Il futuro non può iniziare se manca la generazione che educa i giovani. Sarà meglio dedicarsi dunque ai nostri figli e visto che nessuno, tranne il papa Ratzinger, ci dà aiuto né buoni esempi, chiederei di lasciarci lavorare in pace.
Signori dei media e della politica, visto che vivete con le nostre tasse e i finanziamenti pubblici e vi manteniamo senza fare economia vi vorrei avvisare che lo spettatore ha cambiato canale, spento la luce e, casomai, chiuso la porta. Fate un po’ voi.

lunedì 15 giugno 2009

Riflessioni sulla sismologia politica

lunedì, 15 giugno 2009
Riflessioni di SISMOLOGIA POLITICA : a PROPOSITO DI SCOSSE E DI FUTURO DEL PAESE
Io penso che: l'opinione personale.
Per quest'anno pensavo che fossimo sazi di terremoti e scosse, ma forse mi illudevo.
Ai giovani, alle necessità del paese, al problema del precariato e del futuro, a una ripresa anche culturale e morale si pensa quando i Tv si parla preannunciando o profetizzando scosse? Sembrerebbe di no.
Ancora una volta chi si preoccupa ed interroga sul futuro del paese con animo democratico e con attenzione alla realtà sociale si stupisce nel perseverare di un atteggiamento così lontano dall'essere propositivo e pragmatico. Ci sarebbe bisogno di proposte per una politica del lavoro e dello sviluppo, di idee per la crescita culturale e sociale. Ma per farlo è anche urgente trovare nuove chiavi di lettura di una società prodondamente mutata.
Sembrerà banale ripeterlo, ma non siamo più nel 900, e questa nuova realtà sociale e umana, piaccia o no, non si può ricondurre a vecchi schemi politici. E' cambiato tutto, non sempre in meglio, anzi. Il patrimonio morale e politico, sia laico sia religioso è totalmente destrutturato, la concezione stessa della vita e dell'impegno sono, anche rispetto a tempi recenti, stravolti. E tuttavia i cambiamenti epocali sono qualcosa di cui si deve tener conto: vanno letti e considerati con rispetto e qualche distanza. Invece sembra di assistere più che altro all'esibizionr di vecchi schematismi. Se è vero che è esagerato dire che per i giovani sotto i 40/45 anche la distinzione tra sinistra e destra è ormai più sociologica che non politica ed economica, è anche vero che sussurrare o gridare da sinistra vecchi principi e analisi aggrinzite significa eludere il presente. Il presente è una realtà problematica e spesso scoraggiante, ma ha anche potenzialità interessanti. Invece le cariatidi storiche che non si accorgono del cambiamento epocale rischiano di far solo danno. Un peccato. Chi ha osservato e vissuto gli ultimi cinquat'anni di vita italiana riconosce vecchi segni, mentre vorrebbe scoprirne di nuovi. Forse anche per questo viene da dire che se il Pd di Franceschi alle Europee è risultato inadeguato, la profezia della scossa oggi risulta imbarazzante e deludente.